TradeCube assiste molte imprese italiane presenti sul mercato spagnolo. Si tratta per lo più di PMI che producono e installano impianti, macchinari e strutture di ogni tipo.
Nasce quindi la necessità di inviare i lavoratori in trasferta in questo Paese, per tutte le operazioni connesse alla messa in funzione del bene, alla sua manutenzione, riparazione e assistenza. Come in tutta la UE, ciò comporta vari adempimenti di carattere amministrativo e sostanziale.
Trasferta di lavoro in Spagna – Perché serve una guida?
Partiamo dalla struttura amministrativa. La Spagna è uno Stato unitario composto da 17 comunità autonome (comunidades autónomas) e 2 città autonome (ciudades autónomas) con diversi livelli di autonomia. Le trasferte dei lavoratori sono regolate da una serie di Direttive UE, che sono state recepite e implementate in modo disomogeneo dai singoli Stati membri. La Spagna ha recepito le direttive nella sua legislazione interna, ma le singole comunità e città autonome ne interpretano i contenuti in modo alquanto variegato.
Il settore delle costruzioni in Spagna
È uno degli aspetti più critici. La direttiva UE definisce il settore delle costruzioni in modo molto sommario:
“Le attività […] comprendono tutte le attività del settore edilizio riguardanti la realizzazione, la riparazione, la manutenzione, la trasformazione o la demolizione di edifici e in particolare i lavori seguenti:
- Scavo
- Movimento terra
- Costruzione
- Montaggio e smontaggio di elementi prefabbricati
- Assetto o attrezzatura
- Trasformazione
- Rinnovo
- Riparazione
- Smantellamento
- Demolizione
- Manutenzione
- Manutenzione — Lavori di pittura e di pulitura
- Bonifica
È subito comprensibile che definizioni come “assetto o attrezzatura”, “riparazione” e “manutenzione” possano intendersi riferiti ad attività che non appartengono al comparto dell’edilizia come lo conosciamo in Italia. La norma spagnola comprende anche le attività che appartengono al settore dell’ingegneria civile.
Quando operiamo oltreconfine dobbiamo sapere che spesso il settore delle costruzioni comprende tutta l’impiantistica, parte dell’arredamento, e altre attività che non ci sogneremmo mai di classificare come edili. Tutto questo per spiegare come mai le imprese che installano macchinari, impianti e mobili in Spagna si possano trovare catapultate nel settore dell’edilizia e assoggettate a una serie di obblighi e limitazioni molto penalizzanti.
Come facciamo a sapere se rientriamo nel settore delle costruzioni?
Proprio a causa della definizione imprecisa della norma, il fatto di rientrare o meno nel settore delle costruzioni dipende da molti fattori. Certamente dalla comunità o città autonoma, ma anche dalla discrezionalità del funzionario che esamina la pratica, o dal responsabile della sicurezza o project manager del cliente. Può anche prescindere dalla natura oggettiva dell’attività esercitata, ma dipendere dal luogo dove viene svolta, ad esempio se si opera in un cantiere. La definizione di cantiere, naturalmente, si intende in base alla visione locale e non alla nostra… È necessario uno studio preliminare e approfondito, legato alla tipologia di lavoro svolto, al luogo di lavoro (inteso sia come località geografica che sito), con la cooperazione della struttura ospitante.
Il ruolo dell’azienda ospitante
In Spagna vigono regole severissime in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Le verifiche sono molto frequenti e le sanzioni, anche penali, superano i 200.000 euro. Le imprese spagnole affidano generalmente la gestione della documentazione degli appaltatori ad appositi uffici interni ed esterni, che negano l’accesso al sito se la documentazione non risponde alla loro policy. Accade di assistere a richieste ridondanti, in un’ottica di controllo e riduzione del rischio da parte delle strutture ospitanti. Una collaborazione aperta e cordiale con chi gestisce tutto questo dall’altra parte risolve molti problemi.
E se apparteniamo al settore delle costruzioni, che cosa dobbiamo fare?
Pubblicheremo presto la seconda parte con le domande e le risposte sulle trasferte in Spagna.
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