La situazione relativa al virus Covid-19 è tornata ad essere grave in tutta Europa e nel mondo, ma le imprese manifatturiere italiane sono operative, ed in molti casi stanno perfino recuperando le perdite sofferte durante il primo lockdown di questa primavera. Ma non si tratta solo di forniture. Le trasferte oltreconfine in questo periodo restano molto richieste, perché manutenzioni, riparazioni, test e installazioni non possono più essere rinviati.
Com’è la situazione in Europa?
Purtroppo è caotica tanto quanto quella italiana. I lockdown totali e parziali possono riguardare un’intera nazione ma anche solo alcune città o regioni. In diversi paesi, l’autonomia decisionale è lasciata alle pubbliche amministrazioni locali e ciò rende più difficile il reperimento delle informazioni.
Quando l’informazione è frammentata è spesso presente solo in lingua locale, aggiungendo ulteriori difficoltà al suo reperimento.
Quarantene, tamponi e rientri per le trasferte UE/Schengen
Non ci sono regole fisse nemmeno a livello delle singole nazioni. Le restrizioni/obblighi, previsti dai paesi di destinazione o di transito, possono consistere in:
- Quarantena della durata da 10 a 14 giorni
- Tampone negativo all’aeroporto di arrivo oppure fatto da 72 a 48 ore prima dell’ingresso nel paese
- Uno o due tamponi da effettuarsi all’ingresso nel paese con obbligo di quarantena fino all’esito negativo del primo o del secondo tampone
- Tampone negativo ed in aggiunta quarantena
- Divieti di circolazione in città e/o regioni con obbligo di autodichiarazione per spostamenti lavorativi
- Obblighi di mascherina, DPI, distanziamento e misure anticontagio particolari
- Obblighi di assicurazione
- Obblighi di rendere autodichiarazioni o di iscriversi su portali dedicati, a livello nazionale o locale
Niente viaggi per chi ha sintomi influenzali
Sembra banale, ma meglio precisarlo: chi si muove non deve avere sintomi. All’ingresso nel paese in molte località è prevista un’intervista, allo scopo di accertare che quanto dichiarato dal viaggiatore sia vero. Anche un banale raffreddore o un’allergia possono far scattare un obbligo di quarantena o tampone nei paesi dove ciò non sarebbe normalmente previsto.
I mezzi di trasporto
Molte persone si stanno muovendo in auto da e per le nazioni confinanti con l’Italia, per evitare contatti negli aeroporti e sui mezzi di trasporto pubblici e per non rischiare di incorrere negli annullamenti, ritardi o dirottamenti di voli che si stanno verificando in questo periodo.
Ciò rende la situazione ancora più complessa perché è necessario verificare le regole per il transito, l’entrata e l’uscita da ogni nazione che si attraversa.
Per chi viaggia in aereo le previste comunicazioni di ingresso alle autorità sanitarie sono formalità che vengono svolte in aeroporto insieme alle ordinarie verifiche, mentre è onere di chi viaggia in auto verificare quali siano gli obblighi ed eventualmente contattare l’autorità locale, cosa che in molti casi avviene tramite portali on line.
I paesi considerati “a rischio” o “zona rossa”
L’Italia, con i vari DPCM, il più recente del 03/11/2020, ha individuato sei fasce di rischio, per stabilire gli obblighi e le restrizioni in ingresso.
- Elenchi A e B – San Marino, Vaticano, UK e area UE e Schengen (eccetto Romania e fascia C), senza particolari restrizioni
- Elenco C – paesi UE a maggior rischio, con obbligo di tampone
- Elenco F – zone ad alto rischio, con obbligo di tampone e quarantena
- Elenchi D ed E – tutti gli altri territori, con obbligo di quarantena
Ogni nazione Europea ha fatto lo stesso, ma con criteri che variano da paese a paese. Le liste di aree a rischio vengono aggiornate dai governi locali su base regolare, in genere settimanale o bisettimanale ma anche di ora in ora senza preavviso se la situazione si aggrava.
I criteri con i quali un paese può essere classificato nella “zona rossa” sono i più eterogenei: dall’indice RT ai positivi ogni 100.000 abitanti, all’andamento della curva. Quindi, ad esempio, la Germania è attualmente nell’elenco B per l’Italia (no restrizioni), mentre l’Italia è dall’8 novembre scorso nell’elenco tedesco delle aree a rischio.
Non esiste una logica comune ed è sempre necessario indagare: le restrizioni possono riguardare chi proviene dall’Italia, ma anche da una o più regioni italiane. Ad esempio la Svizzera aveva, fino al 28/10/2020, previsto la quarantena solo per Campania, Liguria, Sardegna e Veneto
Ma come si fa a conoscere le restrizioni?
Non è sempre facile: le principali fonti di informazione sono:
- http://www.viaggiaresicuri.it/find-country – la Farnesina ha messo a disposizione anche una app. I dati sono costantemente aggiornati e soprattutto rimandano ai siti istituzionali locali. Raccomandiamo di acquisire sempre le informazioni dai siti dedicati delle singole autorità
- I consolati e le ambasciate locali: gli indirizzi e-mail si trovano su viaggiaresicuri.it ed i relativi siti si trovano con estrema facilità
- Le sedi ICE https://www.ice.it/it/mercati
- La compagnia aerea o l’agenzia di viaggio sono fonti importantissime perché hanno il “polso” della situazione in tempo reale
- Il cliente: è sempre raccomandato interpellarlo perché è certamente a conoscenza delle normative a livello locale
Non conta solo la provenienza ma anche lo storico!
E’ di fondamentale importanza tracciare i movimenti dei lavoratori nei 14 gg precedenti la partenza, perché le restrizioni si applicano, sia per l’ingresso nei paesi di destinazione e di transito che per il rientro in Italia:
- Con riferimento ai soggiorni ed ai transiti dei 10 o 14 giorni precedenti.
- Con le regole specifiche di ogni nazione nella quale si fa ingresso
Le verifiche dovranno essere quindi effettuate anche con riferimento agli spostamenti precedenti alla trasferta che andiamo ad organizzare. In alcuni casi, sia In Italia che oltreconfine, le regole sono subordinate alla nazionalità e/o alla residenza degli interessati.
Cosa può fare TradeCube?
TradeCube ccompagna i datori di lavoro nella due diligence necessaria all’organizzazione della trasferta, ad esempio:
- Individua le restrizioni e gli adempimenti da svolgere in relazione all’emergenza sanitaria
- Coadiuva il datore di lavoro nella stesura degli specifici protocolli
- Contatta le autorità locali chiedendo informazioni, ordinanze e normative
- Verifica gli adempimenti necessari per la compliance nel paese ospitante
- Predispone tutte le pratiche necessarie, anche con l’aiuto di corrispondenti locali
- Individua i trattamenti economici e normativi da riservare ai lavoratori in trasferta