Nel primo articolo della serie relativa alla questione dell’origine preferenziale/non preferenziale abbiamo introdotto il tema parlando dell’origine non preferenziale, che deve essere indicata sui modelli Intrastat.
Abbiamo scritto che è necessario rispettare delle regole. Prima di illustrare dove si trovano queste regole è bene fare una premessa, che vale sia per l’origine preferenziale che per quella non preferenziale (made in).
Ma in che cosa consistono le regole sull’origine?
Le regole definiscono le lavorazioni, trasformazioni e operazioni che conferiscono l’origine preferenziale e non preferenziale e possono essere di vari tipi, tra i quali citiamo:
- Le regole di valore, che impongono l’utilizzo di materiali non originari entro una percentuale massima del prezzo franco fabbrica, oppure la realizzazione di un certo valore aggiunto grazie alle operazioni di lavorazione/trasformazione
- Le regole di cambio di voce doganale, che impongono l’ottenimento di un prodotto finito appartenente a una voce doganale diversa da quella dei materiali utilizzati
- Le regole che prevedono una specifica lavorazione o una precisa serie di lavorazioni per l’attribuzione dell’origine
Potrebbe anche essere necessario rispettare due o più regole, alternative o in combinazione.
Quanto è importante la voce doganale?
L’individuazione dell’esatta voce doganale è alla base di tutto. Dalla voce doganale discende la specifica regola di origine da rispettare.
La sua attribuzione può non essere semplice, in quanto in molti casi è necessaria un’approfondita conoscenza tecnica del prodotto, unita all’esperienza nella lettura della tariffa doganale, delle relative note e della prassi a supporto.
Fatti salvi i prodotti più semplici l’attribuzione della voce doganale è riservata a un team di specialisti che comprende un tecnico del prodotto e un esperto in materia doganale. Il fai da te non è raccomandato, perché anche se la definizione della voce appare chiara, è possibile che nelle note alla tariffa o nella prassi ci sia qualche particolare da non trascurare.
Le logiche di attribuzione della codifica possono cambiare e dipendere, ad esempio, in alcuni casi dalla funzionalità del prodotto, in altri dal materiale che lo compone e in altri ancora dall’utilizzo che ne viene effettuato.
La tentazione di classificare un prodotto nelle voci “altri ….. non nominati né compresi altrove…” oppure come “parte di” è forte, ma spesso è un errore che può avere delle conseguenze gravi.
E’ necessario ricostruire il processo produttivo del prodotto?
Generalmente sì, perché può essere necessario individuare i valori dei materiali che compongono il prodotto, la loro voce doganale, le varie fasi di lavorazione, la loro sequenza e i luoghi dove vengono svolte.
Attenzione: tutto deve essere accuratamente documentato per poter dimostrare di non aver dichiarato il falso.
Come si documenta il rispetto della regola?
Producendo e conservando tutta la documentazione a supporto, ad esempio:
- Le distinte base o schede costruttive dei prodotti, che attestano:
- I materiali utilizzati e il loro valore/origine/voce doganale
- Le fasi di lavorazione e il luogo di effettuazione
- Le dichiarazioni dei fornitori con le quali essi dichiarano l’origine preferenziale o non preferenziale dei materiali o componenti che compaiono in distinta
- La documentazione attestante lo svolgimento delle lavorazioni esternalizzate (fatture, DDT, visure camerali dei terzisti, ecc.)
E’ molto opportuno, anche se non obbligatorio, istituire e seguire delle procedure aziendali per l’attribuzione dell’origine.
E’ molto opportuno, anche se non obbligatorio, istituire e seguire delle procedure aziendali per l’attribuzione dell’origine.
E quindi dove troviamo queste regole di origine?
Continuate a seguirci… TradeCube vi illustrerà nel prossimo articolo dove si trovano e come si attribuiscono le regole di origine non preferenziale (made in).