Nella nostra pratica quotidiana abbiamo avuto occasione di verificare come alcune anomalie che a volte interessano il rapporto di lavoro in Italia possano avere delle conseguenze importanti in caso di trasferta all’estero dei lavoratori.
The Deeping ci ha fatto l’onore di ospitare il nostro articolo che analizza il problema delle risorse umane inquadrate in livelli e/o categorie che non corrispondono alle mansioni e responsabilità effettive.
Per esperienza sappiamo molto bene che ogni volta che la situazione effettiva non corrisponde a quanto risulta dai documenti possiamo avere dei problemi, spesso imprevedibili. Questo è vero a maggior ragione quando è coinvolto il mondo del lavoro.
Inquadramento dei lavoratori. Che cosa avviene in Italia?
La situazione descritta nell’articolo è comune a molte imprese italiane e spesso affrontata con superficialità, anche perché di fatto il livello di inquadramento è indipendente dalla retribuzione spettante, che viene concordata su base individuale nel rispetto dei minimi contrattuali.
Non è infrequente, ad esempio, che due lavoratori ricevano la medesima retribuzione lorda, pur essendo inquadrati in categorie e livelli differenti. È anche possibile che le dinamiche del mercato del lavoro portino risorse con mansioni manuali o esecutive a percepire retribuzioni maggiori rispetto ai colleghi di livello più elevato.
Le variabili che condizionano gli accordi individuali sono molteplici, tant’è che la recente Direttiva (UE) 2023/970 sulla trasparenza delle condizioni retributive prevede degli adempimenti atti ad evitare la discriminazione in base al genere.
Quando il lavoratore va in trasferta all’estero
Quando il lavoratore è inviato in trasferta nei Paesi UE/SEE/Svizzera, ad esempio, è obbligatorio rispettare le norme del Paese ospitante, comprese quelle relative al trattamento economico. È proprio in questa occasione che le distorsioni possono emergere in modo eclatante.
La retribuzione lorda da riconoscere al lavoratore in trasferta deve essere individuata e calcolata con riferimento alla categoria/livello del lavoratore così come previsto e descritto dal Contratto collettivo locale. Nei Paesi dove sono previste retribuzioni lorde notevolmente inferiori a quelle italiane non si presentano generalmente problemi particolari, perché il lavoratore in trasferta riceverà, nella maggior parte dei casi, la medesima retribuzione che percepisce in Italia.
Nei Paesi europei dove i livelli retributivi sono significativamente più alti dei nostri (Austria, Svizzera, i Paesi scandinavi, Lussemburgo, solo per citarne alcuni) sarà necessario riconoscere ai lavoratori dei supplementi retributivi fino al raggiungimento del minimo previsto dal Contratto collettivo locale.
Come si calcola la retribuzione spettante durante la trasferta?
Si rende necessaria quindi una comparazione tra i contenuti delle declaratorie dei due contratti collettivi, con attenzione alle mansioni e alle responsabilità del lavoratore. Da ciò deriva invariabilmente, ad esempio, che i lavoratori sovra inquadrati avranno diritto a supplementi retributivi non coerenti con l’attività che effettivamente svolgono.
In molti Paesi UE, inoltre, esistono contratti collettivi e livelli retributivi differenti tra operai e impiegati, ed ecco che due lavoratori che – pur svolgendo la medesima attività – se inquadrati in categorie diverse potrebbero avere un trattamento economico incoerente.
Le verifiche delle autorità, che possono portare a sanzioni che ammontano anche a 500.000 euro, nella maggior parte dei casi avvengono a posteriori su base documentale. Il riscontro viene quindi effettuato tra quanto indicato sul contratto di lavoro e sui contratti collettivi, senza la possibilità di accertare l’attività effettivamente svolta dal lavoratore.
Cosa fare per evitare maggiori costi e incongruenze?
La conclusione è che è indispensabile, almeno da oggi in poi, svolgere un’analisi molto accurata delle mansioni e responsabilità previste dal Contratto collettivo e paragonarle con il profilo del lavoratore da inserire in azienda.
TradeCube, in collaborazione con lo studio di consulenza del lavoro Anna Cortesi, vi può assistere nella fase di inquadramento dei lavoratori, grazie anche all’esperienza in consulenza aziendale e operations management.
Le mansioni e responsabilità delle risorse da inserire vengono analizzate nel dettaglio, ci si confronta con la nuova risorsa e con il manager o l’imprenditore per poter attribuire la giusta collocazione alla figura che sta per iniziare un percorso professionale presso l’azienda.
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