Nel nostro precedente articolo sul tema, abbiamo individuato alcune criticità interpretative nel D.Lgs 136/2016, con cui sono state recepite nell’ordinamento italiano le Direttive UE sul distacco transnazionale.
Le imprese straniere hanno difficoltà a comprendere la normativa italiana, che è particolarmente complessa. Consideriamo anche che gli obblighi riguardano tutti i datori di lavoro stranieri che distaccano i propri dipendenti in Italia, e non solo quelli residenti nell’Unione Europea.
Lavoratori stranieri in trasferta in Italia, le risposte alle domande
Le fonti
- Circolare 1 del 15/02/2023 Ispettorato Nazionale del Lavoro
- Nota 2401 del 20/12/2023 Ispettorato Nazionale del Lavoro
Domanda: Dove si deve trovare il referente elettivamente domiciliato in Italia incaricato di inviare e ricevere atti e documenti?
Risposta (nota 2401): non deve essere fisicamente presente sul territorio nazionale. Sarà sufficiente fornire i recapiti della sua domiciliazione in Italia.
Domanda: Dove si devono trovare i documenti obbligatori?
Risposta (nota 2401): non è necessario tenerli sul luogo del distacco, purché vengano messi a disposizione degli ispettori.
Domanda: se nel mio Paese non esiste una comunicazione pubblica di instaurazione del rapporto di lavoro quale documento devo produrre?
Risposta (circolare 1/2023): la richiesta di rilascio del certificato A1 è considerata documento equivalente.
Alcune osservazioni
Il “documento equivalente”
Il certificato A1 attesta la copertura del lavoratore ai fini della Sicurezza sociale. Ma la convenzione A1 comprende i Paesi UE, SEE (Norvegia, Islanda, Liechtenstein), e la Svizzera. I datori di lavoro appartenenti ad altri Paesi non hanno certezze su quale documento possa essere considerato equivalente.
La transizione digitale
L’Italia ha avviato da tempo i processi di digitalizzazione, basti pensare che i primi invii telematici delle dichiarazioni dei redditi risalgono al 1999. Lo si vede anche dal fatto che per accedere al portale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sia necessario un identificativo elettronico, e che per iscrivere un’azienda straniera sia indispensabile un certificato di firma elettronica riconosciuto dai nostri sistemi. Auspichiamo quindi una veloce transizione a un concetto di “domicilio elettronico” e di documentazione in formato digitale, dal momento che buona parte di essa nasce in questo formato (ad esempio il certificato A1).
Perché è importante avere un referente in Italia anche se non è obbligatorio?
Per la stessa ragione per la quale è importante avere un referente in Francia, in Austria, in Belgio, in Danimarca, in Polonia e in tutti gli altri posti dove non è obbligatorio!
Il referente sul posto:
- Sta dalla vostra parte
- Conosce bene le norme del suo paese
- Parla la lingua del posto
- Conosce le modalità operative delle ispezioni
In parole semplici, ha il polso della situazione. E può veramente fare la differenza.
TradeCube vi può assistere in ogni fase della trasferta in Italia, dalla presentazione della notifica telematica, alla preparazione dei documenti, e soprattutto in caso di verifica.