Come noto, l’Unione Europea ha imposto pesanti sanzioni contro la Russia, conseguenti all’invasione dell’Ucraina dello scorso 2022 e all’annessione di alcune regioni di esso. Tuttavia, gli operatori hanno spesso aggirato tali sanzioni tramite ri-esportazioni da paesi terzi non UE.
A fine 2023, con il dodicesimo pacchetto di sanzioni, l’UE ha così deciso di incrementare ulteriormente la pressione, obbligando gli esportatori dell’Unione a inserire nei propri contratti con operatori non-UE (esclusi quelli di USA, Giappone, Regno Unito, Corea del Sud, Australia, Canada e Nuova Zelanda) una specifica clausola che vieti la riesportazione in Russia di una serie di beni. Tale clausola viene chiamata “no re-export to Russia”, o correntemente semplificato in Italiano, “no Russia clause”.
Su EUR-Lex è disponibile il testo completo e coordinato del Regolamento riguardante le sanzioni alla Russia. La no Russia clause è stata introdotta dall’Articolo 12 Octies.
Le modalità d’attuazione sono spiegate in una FAQ (per il momento solo in lingua inglese)
No Russia clause – Come funziona?
L’attenzione in questo caso si rivolge ai beni o alle componenti Dual Use, ovvero con potenzialità per un uso militare. Sono inclusi beni relativi all’aviazione e all’aerospace, carburanti per aerei, armi, e beni ad alta priorità come circuiti integrati, processori, memorie, e altri prodotti tecnologici.
La lista completa è ricavabile dagli allegati al Regolamento UE 833/2014
- Allegati XI, XX e XXXV per il settore aerospaziale
- Allegato XL per i beni ad alta priorità
- Allegato XXXV del Regolamento, e allegato I del regolamento (UE) n. 258/2012XL per le armi da fuoco e munizioni
Quando è entrata in vigore la nuova regola?
L’obbligo è già operativo, ma prevede due scaglioni d’attuazione:
- Contratti conclusi prima del 19 dicembre 2023 – Questi contratti beneficieranno di una transizione di un anno, o potranno arrivare al loro termine (quale si verifichi prima). Dal 20 dicembre 2024, dovranno essere aggiornati includendo la clausola “no re-export to Russia”
- Contratti conclusi dopo il 19 dicembre 2023 – Questi contratti devono contenere la clausola “no re-export to Russia”
Per evitare l’ulteriore aggiramento della regola, sarà inoltre obbligatorio inserire nel contratto delle adeguate conseguenze per il mancato rispetto della clausola. Tali conseguenze, nelle parole della UE, devono essere “Ragionevolmente pesanti” e avere l’obiettivo di “Fare da deterrente per gli operatori non-UE”.