Il 2022 si apre con numerose semplificazioni in materia di Intrastat, come abbiamo già scritto nel precedente articolo. L’art. 2 del Provvedimento 493869/RU delle Dogane chiude con una frase in apparenza innocua: Ai fini statistici, nel Modello INTRA 1bis è rilevata l’informazione relativa al Paese di origine delle merci.
In che cosa consiste l’origine quando parliamo di dogane?
L’origine non è la provenienza, di conseguenza la nazione da indicare sull’Intrastat non è automaticamente l’Italia se i beni sono stati fabbricati presso la nostra sede produttiva in Italia o acquistati da un commerciante o produttore italiano. Inoltre bisogna sapere che esistono due tipi di origine: l’origine preferenziale e quella non preferenziale.
L’origine preferenziale è legata agli accordi di libero scambio sottoscritti dalla UE e da paesi o gruppi di paesi, con l’obiettivo di ridurre o azzerare l’imposizione daziaria, agevolando lo sviluppo commerciale. L’origine non preferenziale invece ha la funzione di regolare gli scambi commerciali internazionali.
Sull’Intrastat deve essere indicata l’origine non preferenziale
Dal momento che il Provvedimento non fa specifico riferimento all’origine preferenziale, quella da indicare sull’Intrastat è origine non preferenziale, quindi il “Made in”.
Individuare l’origine non è un’operazione banale
L’individuazione dell’origine può essere estremamente complessa. In linea generale le norme prevedono che il paese di origine sia quello in cui viene effettuata l’ultima trasformazione o lavorazione sostanziale, cioè quella lavorazione che porta ad ottenere un nuovo prodotto o rappresenti una fase essenziale della fabbricazione.
Ma non ci dobbiamo fermare qui, perché la norma prevede esattamente quali sono le lavorazioni e trasformazioni che attribuiscono l’origine in base al prodotto interessato.
Come si attribuisce l’origine?
E’ in generale necessario conoscere i materiali utilizzati, il loro costo e le fasi del processo produttivo, nonché le regole di origine.
Preliminarmente si individua la voce doganale attribuibile al prodotto, cosa che richiede in molti casi delle conoscenze tecniche approfondite.
Sulla base delle voci doganali si consulta l’allegato 22-01 del Regolamento Delegato (UE) 2446/2015. Qualora il nostro prodotto non sia ricompreso nell’allegato sarà necessario applicare, in base al caso specifico, le regole residuali di capitolo o le regole di lista del WTO (organizzazione Mondiale del Commercio). Esistono delle regole di valore, che attribuiscono l’origine della merce al paese dove è stato generato un valore aggiunto percentuale minimo, e delle regole che condizionano l’origine alle specifiche operazioni di lavorazione/trasformazione effettuate.
Non solo Intrastat
Ricordiamo che quando etichettiamo un prodotto “made in Italy”, o dichiariamo in fattura Origine Italia, oppure ancora chiediamo il rilascio di un certificato d’origine alla Camera di Commercio dobbiamo avere preventivamente svolto tutte queste verifiche.
Cosa fa Tradecube?
Assiste le imprese nell’individuazione della voce doganale e nell’attribuzione dell’origine, esaminando le caratteristiche delle merci e le varie fasi del processo produttivo .