Ogni nazione ha le sue regole e le sue procedure in materia di immigrazione. Esistono diverse tipologie di visti e permessi di lavoro che possono essere necessari per una trasferta fuori dall’Italia. Parliamo qui di soggiorni della durata massima di 90 giorni, in quanto per permanenze superiori esistono regole particolari anche all’interno dell’area Schengen.
I visti per le trasferte internazionali nei Paesi extraeuropei
In generale (ma non è una regola base per tutti i paesi) esiste un visto “turistico” che si ottiene con una minima burocrazia e consente soggiorni per un tempo limitato. Accanto a questo ci sono i cosiddetti visti “business”, con una procedura più articolata ma comunque semplificata, che consentono di svolgere varie attività, quali la partecipazione a fiere, eventi, meeting di lavoro, lo svolgimento di attività commerciali e di marketing.
A volte con questa seconda tipologia di visto si possono svolgere anche attività di installazione, manutenzione, riparazione e formazione su attrezzature, macchine e impianti forniti dal datore di lavoro. Non rientrando in queste due casistiche si passa generalmente alla necessità di un visto di lavoro vero e proprio, con costi e tempi da valutare con attenzione.
Passaporto o carta d’identità
Non è detto che, se per l’ingresso in un Paese è sufficiente la carta d’identità, non sia necessario un visto se si vuole svolgere attività lavorativa. È il caso ad esempio della Turchia, dove è necessario un visto elettronico per le attività di installazione e manutenzione. Non bisogna dare per scontato nulla e informarsi sempre con largo anticipo.
I visti per i paesi europei
Non è un refuso!! I cittadini dello spazio Schengen possono circolare liberamente all’interno dell’area. Ma i lavoratori dipendenti di cittadinanza extra-UE che hanno un permesso di soggiorno e sono regolarmente assunti in Italia possono essere inviati in trasferta in Europa senza formalità?
In teoria sì, ma in pratica non sempre, perché è necessario applicare le norme di immigrazioni vigenti nel singolo Paese di destinazione. Salvo eccezioni, difficilmente i visti e/o permessi vengono rifiutati, ma possono essere richieste formalità e comunicazioni più o meno complesse. È necessario attivarsi con anticipo perché la produzione dei documenti e i tempi di risposta delle autorità potrebbero essere incompatibili con la data prevista per la partenza.
Le possibili conseguenze di un visto inadeguato e della sua mancanza
Possono essere molto gravi. La conseguenza più immediata è che la polizia di frontiera impedisca l’accesso nel paese ai lavoratori. Quindi si verificheranno ritardi nello svolgimento del servizio, con danni all’immagine dell’azienda e possibile addebito di penali da parte del cliente.
Questa in realtà è la conseguenza meno grave, in quanto l’invio di lavoratori senza le carte in regola può essere interpretato dalle autorità locali come un tentativo di far entrare gli stranieri in modo stabile nel mercato del lavoro del Paese di destinazione.
Le conseguenze sono in questi casi di natura penale e la difesa è estremamente difficile e costosa.
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