Il costo delle trasferte dipendenti all’estero: certificazioni e privacy

Continua la serie di articoli riguardanti i costi delle trasferte dei lavoratori all’estero alla ripartenza dall’emergenza Covid. Le trasferte implicano scambi e trattamenti di dati relativi al lavoratore, nonché lo svolgimento di adempimenti burocratici, amministrativi e fiscali. Molte attività hanno regolamentazioni particolari oltreconfine, e richiedono il riconoscimento di requisiti e/o ulteriore formazione o certificazioni. Vediamo di che cosa si tratta, proseguendo la nostra disamina dei costi legati all’esecuzione di prestazioni all’estero.

Il costo delle abilitazioni e certificazioni

Ogni nazione prevede che determinati lavori o attività debbano essere soggetti a riconoscimento di requisiti, certificazioni ed abilitazioni. E’ il caso ad esempio di lavori nel settore dell’impiantistica, conduzione di macchine ed utilizzo di attrezzi particolari, ecc. La certificazione o abilitazione ottenuta in Italia potrebbe essere utile e necessaria, ma non comporta automaticamente la possibilità di operare sul posto.

In genere ottenere il riconoscimento delle abilitazioni, cosa che può anche comportare l’effettuazione di formazione integrativa, può richiedere tempi e costi non trascurabili. In questa fase emergenziale stiamo assistendo ad un generale allungamento dei tempi della burocrazia (che non esiste solo in Italia) dovuto ai periodi di lockdown o di inattività che hanno frenato l’attività degli enti preposti.

Il costo delle pratiche amministrative/fiscali

Necessità di apertura partita IVA o di rappresentanza IVA ed obbligo di assumere la veste di importatore possono avere risvolti fiscali e burocratici non trascurabili, con un forte impatto sui costi di commessa.

Le medesime considerazioni valgono per gli obblighi di notifica preventiva o addirittura di autorizzazione preventiva, di richiesta di green card, visti o autorizzazioni di accesso ai cantieri. Quasi ovunque è richiesta la nomina di referenti e rappresentanti che in alcuni casi devono essere residenti nella nazione ospitante.

Sono aspetti in continua evoluzione che possono comportare costi imprevisti anche di rilevante entità

Il costo della privacy

Il GDPR è un regolamento europeo e già le autorità estere in molti casi verificano che l’impresa italiana abbia effettuato la messa a regime con il Regolamento (UE) 2016/679.

Le trasferte oltreconfine già implicano scambi di dati personali tra il datore di lavoro e le aziende e/o organizzazioni ospitanti e le pubbliche amministrazioni locali. Questi scambi diventeranno sempre più intensi ed andranno ad interessare anche la sfera della salute ed i dati sanitari del lavoratore. L’implementazione e l’aggiornamento delle procedure e delle informative implica un costo del quale è necessario tener conto nella costruzione dell’offerta al cliente.

L’effettuazione del controllo a distanza dei lavoratori in trasferta non potrà poi prescindere dalla redazione e consegna ai lavoratori di un’informativa come previsto dall’art. 4 della Legge 300/1970 (Statuto dei lavoratori).

Il quarto ed ultimo articolo della serie, di prossima pubblicazione, illustrerà le incertezze legate all’emergenza Covid-19 e suggerirà alle imprese come tutelarsi. Continuate a seguire TradeCube!

Disclaimer: The content of this article is intended to provide a general guide to the subject matter. Specialist advice should be sought about your specific circumstances. Il contenuto di questo articolo ha lo scopo di offrire informazioni orientative alle imprese. Vi invitiamo a chiedere una consulenza specialistica relativamente alla Vostra situazione specifica.

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