L’economia dei dati, in particolare i cosiddetti “big data” è ormai una realtà, ma molti imprenditori, e a dirla tutta anche il pubblico, associano ancora il nome solo alle grandi aziende del mondo del business digitale. In realtà, tutte le imprese possono beneficiare dal fatto di prestare attenzione ai propri “big data”, indipendentemente dalla loro mole e dalla dimensione delle attività. Tuttavia, pochissime piccole e medie imprese hanno implementato procedure sistematiche di analisi dei dati, nonostante siano più alla portata di quanto non si pensi.
Cosa si intende per “big data”?
E’ il termine con cui si descrivono i volumi di dati che una struttura genera nella sua gestione operativa. Possono essere strutturati, se organizzati in modo organico, e se è possibile effettuare al loro interno ricerche, e non strutturati se invece “grezzi”, con delle procedure da effettuare per raccoglierli e soprattutto interpretarli.
Non si tratta solo di liste da milioni e milioni di righe di informazione generate da sistemi ultra-professionali degni della NASA. Si tratta anche dei dati che naturalmente circolano in ogni azienda. Un’esportazione razionale di dati è possibile quasi in qualunque ambiente se fatta con la dovuta organizzazione e stabilendo delle procedure, ovviamente tenendo conto anchedelle normative in tema di privacy.
Un esempio dei nostri potenziali “big data”
- Dati presenti nei sistemi aziendali (contabilità o CRM)
- Liste dell’E-mail marketing e i report delle singole campagne
- Ricevute di vendita che identificano l’acquirente
- Dati di analisi dei social network
- Dati di accesso e di utilizzo di un sito internet
- Dati derivanti dalle connessioni di device alla rete aziendale
- Dati di database pubblici a disposizione dell’impresa
Un “puntello” importante per vendere all’estero
I dati sono ovunque, e sono particolarmente importanti quando ci troviamo a promuovere un prodotto o un servizio sul mercato estero. Quando ci facciamo strada in una situazione con delle incognite che possono essere solo in parte conosciute (parlando di marketing, incognite culturali o sociali), i dati rappresentano infatti una fonte sicura da cui partire per costruire ipotesi e piani da poi rivedere in tempo reale e da affiancare al “sesto senso” dell’imprenditore e alle procedure tradizionali
Quello che è fondamentale per l’azienda è essere consapevole di questo fattore, e di stabilire delle procedure per collezionare sistematicamente i dati, per effettuare delle analisi (con attribuzione di tempi e risorse) e per creare della rapportistica con un grado di affidabilità che andrà verificato ma che, lavorando con costanza, incrementerà il proprio peso.
Gli obiettivi che possiamo perseguire sono molteplici:
- Ridurre i costi ed aumentare l’efficienza
- Guidare la creazione di prodotti e servizi
- Valorizzare meglio i clienti
- Ottimizzare le strategie, sia imprenditoriali sia commerciali
- Fornire ai decision-makers un prezioso elemento in più
Possiamo, tra i tanti aspetti da considerare quando si lavora coi dati, evidenziare alcuni punti a cui dare particolare attenzione:
- Occorre pensare fuori dagli schemi, in particolare quando approcciamo mercati culturalmente diversi dal nostro. Se vogliamo espanderci, non lavoriamo solo nell’ottica del cliente che abbiamo, ma nell’ottica dei clienti che vorremmo avere. In questo senso, occorre non solo raccogliere i dati, ma saper attribuire dei “pesi” specifici differenti a seconda del valore che per noi ha quel dato in quel momento.
- Soprattutto nelle prime fasi, quando non si sarà ancora sicuri dell’affidabilità del proprio sistema, è meglio concentrarsi, più che sui dati assoluti, sui trend di medio e lungo periodo, evitando di focalizzare troppo l’attenzione su totali che potrebbero essere incompleti.
- Prestare particolare attenzione alla fase di acquisizione del cliente, cercando di raccogliere quanti più elementi ci possano fare comprendere da dove è arrivato, come, perché, ma soprattutto quanto ci è costata, a conti fatti, l’acquisizione di quel cliente. Il più grande successo è il fatto di far “parlare” i dati economici con quelli relativi al marketing e all’acquisizione clienti. Ricordiamoci che tra tutti i valori, quello “re” è rappresentato dal ritorno sugli investimenti, e ciò non avviene solo nelle grandi imprese. Anzi, è nelle piccole imprese che anche solo un cliente in più può rivelarsi fondamentale.
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