Nella nostra attività di consulenza abbiamo assistito a malintesi anche gravi causati semplicemente da banali errori nella terminologia.
Quando parliamo di attività di import/export dobbiamo sapere che:
- I termini importazione ed esportazione, o import/export, si utilizzano solo per le vendite al di fuori dell’Unione Europea
- Quando parliamo di estero, così come di paesi terzi o third countries, intendiamo sempre al di fuori dell’Unione Europea
L’utilizzo di uno dei termini sopra elencati sottintende quindi invariabilmente un passaggio in dogana, il pagamento di diritti di confine e possibili restrizioni ai movimenti di persone e merci da approfondire.
L’uso di termini e sigle inappropriati fa apparire il nostro assetto amministrativo vecchio e inadeguato.
Parliamo ad esempio di Unione Europea. Quante volte sentiamo parlare di bilancio CEE? E quante volte vediamo scritto sui documenti, e anche sui registri IVA, acquisto CEE o vendita CEE? Quante aziende hanno ancora nei propri piani dei conti la parola CEE?
E’ anche abbastanza comune ricevere dai fornitori delle dichiarazioni di origine preferenziale dove c’è scritto che i prodotti sono di origine preferenziale CEE o Comunità Economica Europea.
Sapete che il termine CEE formalmente non esiste più dal 1992?
Quindi ben prima dell’entrata in vigore della moneta unica. Scrivereste oggi in un contratto che la vendita viene conclusa per L. 10.000.000, corrispondenti a € 5.164,57?
La CEE (Comunità Economica Europea), dopo Il trattato di Maastricht del 1992 divenne CE (Comunità Europea) fino al trattato di Lisbona del 2007, in vigore dal 2009, che introdusse la UE (Unione Europea).
Il termine “intracomunitario”
Il DL 331/93, cioè la norma fondamentale che ha introdotto in Italia l’armonizzazione delle disposizioni in materia di IVA e accise, e molta delle prassi collegata parlano di “acquisti intracomunitari”, “vendite intracomunitarie” e “operazioni intracomunitarie”.
Questa terminologia è quindi ancora molto diffusa, anche se nella prassi recente si parla più propriamente di operazioni “intraUE” o “intraunionali”.
I lavoratori “extracomunitari”
Anche il termine “extracomunitario” per definire un lavoratore immigrato è diventato inappropriato. Quando si parla di immigrazione si usa la definizione “lavoratore straniero” o semplicemente extraUE.
Si parla di innovazione, comunicazione, miglioramento: allora svecchiamo la nostra terminologia!!
- Impariamo a utilizzare la terminologia esatta sempre, anche quando parliamo tra colleghi o non siamo in un contesto ufficiale.
- Esaminiamo tutti i nostri contratti, format, template, piani dei conti, tabelle fiscali, modulistica interna ed esterna e indichiamo i termini più appropriati.
Eviteremo malintesi, sprechi di tempo e miglioreremo l’immagine del nostro impianto amministrativo e commerciale.
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