Nel corso degli anni, la carta stampata è andata incontro a un crollo. Questo, ovviamente, per l’arrivo di nuovi mezzi di comunicazione digitale più facili, redditizi per gli investitori e in gran maggioranza gratuiti o poco costosi da fruire, con molto più appeal.
Dopotutto, il digitale rispetto alla carta stampata gode di caratteristiche invidiabili:
- E’ multimediale
- E’ fatto di numeri misurabili in termini di diffusione e risultati
- Permette di profilare in maniera eccezionale gli utenti
- E’ interattivo
Spesso però, c’è da dire, il passaggio delle aziende alla comunicazione digitale e l’abbandono dei media tradizionali sono arrivati non in base a valutazioni ad ampio respiro, ma in base alla necessità di “seguire il momento”, di cercare risultati a volte effimeri. L’esempio è quello dato dai cosiddetti “vanity numbers”. Ovvero numeri, risultati di grande impatto ma che non hanno un risultato sul ritorno degli investimenti. Quando tutto può essere misurato da un’enormità di metriche, è anche facile utilizzare selettivamente tali metriche per far passare l’idea di aver conquistato dei successi.
Un click vale come una copia venduta?
Oggi, ad esempio, si parla di “bolla degli influencer”. Le aziende si rivolgono a dei vettori, persone particolarmente popolari sui social o sui media, per veicolare i propri prodotti. Peccato capiti che i grandi numeri di audience a volte si rivelino fuori target, o in alcuni casi parzialmente fasulli.
Ma indipendentemente da questo, finora era spesso passato il concetto secondo cui un click o una visualizzazione online valessero tanto quanto una copia venduta o una pagina sfogliata. All’alba del 2020, sembra che si stia iniziando a capire che non è proprio così. O quantomeno non sempre. Incredibile a dirsi, pare che la carta stampata stia iniziando a risalire. Sia come redditività che come utili, se non come numeri assoluti.
Forse è un fuoco di paglia, ma che dà respiro se pensiamo che fino a pochi anni fa molti prospettavano un de profundis. Recentemente invece, tutti sembrano aver iniziato a pensare che la carta stampata sopravviverà al web, ai social e al digitale, anche se avrà bisogno di reinventarsi un po’.
Una riflessione (e una provocazione). Chi ha più propensione all’acquisto. Chi vale di più come potenziale cliente? Chi mette un “mi piace”, condivide, commenta un post (gratis) o chi, magari d’inverno, si mette il cappotto, esce e tira fuori il portafogli per comprarsi un giornale?