L’accordo sulla Brexit pubblicato il 25 dicembre 2020 (è proprio questa la data che compare sul documento) prevede, tra le altre cose, l’esenzione da dazi nel Regno Unito per i prodotti di origine preferenziale UE.
Gli esportatori in grado di fornire prova dell’origine UE manterranno le loro quote di mercato e potrebbero anche incrementarle.
Questo perché chi non è in grado o non è attrezzato per certificare e documentare l’origine preferenziale subirà una perdita immediata di competitività, in quanto il compratore sarà assoggettato a dazi sulle merci importate.
Cos’è l’origine preferenziale?
- L’origine non è la provenienza
- Il prodotto deve essere identificato con la corretta voce doganale
- L’origine deve essere determinata con riferimento alle regole specifiche in base alla voce doganale
- Le regole possono riguardare i processi di lavorazione e trasformazione, ma anche l’origine dei singoli componenti del prodotto
Chi detta le regole di origine?
Le regole sono contenute negli accordi in vigore tra la UE e vari paesi (o gruppi di paesi) nel mondo. Le regole valide per gli scambi UE-UK sono contenute nell’accordo pubblicato il 25/12/2020
Come si fa a certificare l’origine UE nel Regno Unito?
L’accordo prevede due modi alternativi. Il primo è la dichiarazione dell’esportatore UE:
- Per forniture di valore fino a 6.000 € l’esportatore può apporre dichiarazione d’origine in fattura
- Per forniture di valore superiore l’esportatore deve essere registrato, o registrarsi, alla banca dati REX ed apporre la dichiarazione in fattura indicando il numero di registrazione
- In attesa dell’attribuzione del numero l’esportatore potrà rilasciare dichiarazione di origine preferenziale come da modello allegato all’accordo, indicando il codice EORI
Il secondo è una dichiarazione dell’importatore britannico. Il cliente può dichiarare che la merce è originaria UE, sulla base della documentazione rilasciata dall’esportatore o dal produttore
In entrambi i casi l’esportatore deve ben conoscere le regole e documentare accuratamente l’origine preferenziale.
Innanzitutto una falsa dichiarazione d’origine ha conseguenze penali, sia che venga annotata in fattura, con o senza numero di registrazione, sia che venga fornita al cliente perché possa dichiararla come importatore. Inoltre, l’iscrizione alla banca dati REX sottintende un audit della Dogana, atto ad accertare l’affidabilità dell’organizzazione aziendale e delle sue risorse nella gestione dell’origine. Su questo tema, segnaliamo un articolo pubblicato proprio su questo portale:
Cosa può fare Tradecube per aiutare le imprese italiane a restare competitive nel dopo-Brexit?
- Check-up doganale per rilevare le carenze e criticità
- Attività di formazione e tutoring dedicata al personale interessato
- Analisi e definizioni delle procedure da adottare in azienda
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