Mancano poco meno di quattro mesi al 1 gennaio 2021, data dalla quale, salvo diversi accordi ad oggi non prevedibili, la gran Bretagna non farà più parte, a tutti gli effetti, dell’Unione Europea.
Ma come funzioneranno i traffici in import-export post-Brexit?
La stampa inglese riporta preoccupazioni e perplessità da parte di operatori logistici, vettori ed imprese locali, che temono ritardi, lunghe attese al confine e conseguenti interruzioni della supply-chain.
Per affrontare questa transizione, in Gran Bretagna è stato messo a punto un nuovo “Smart Freight System”, che dovrà essere utilizzato da tutti gli operatori che intendono esportare nell’Unione Europea. Il nuovo sistema ha l’obiettivo di verificare che i mezzi di trasporto in uscita abbiano tutte le carte in regola per passare i controlli doganali, allo scopo di non intasare il porto di Dover; dal momento che il sistema non inizierà la fase di test prima dell’autunno si temono difficoltà e ritardi.
Il Governo UK ha pubblicato in luglio la guida all’import/export con la UE
In considerazione dell’emergenza Coronavirus, che ha impedito a molti operatori di prepararsi adeguatamente, il Governo UK ha deciso di introdurre gradualmente i controlli doganali sulle merci in entrata dalla UE, che verranno implementati in tre fasi:
- Da gennaio 2021
- gli importatori di merci non soggette a verifica avranno sei mesi di tempo per completare la dichiarazione doganale di importazione e pagare i diritti relativi
- per i prodotti regolamentati o soggetti ad accisa, come alcool e tabacco, tutti gli adempimenti dovranno essere svolti fin dal 1 gennaio 2021
- Da aprile 2021
- i prodotti di origine animale (ad esempio carne, miele, latticini e uova e prodotti derivati) ed i prodotti vegetali regolamentati dovranno essere oggetto di notifica e di certificazione sanitaria.
- Da luglio 2021
- il sistema sarà a regime: gli importatori UK dovranno presentare la dichiarazione doganale e versare i relativi diritti per qualsiasi merce importata
Quali saranno le conseguenze per gli operatori italiani?
Certamente ritardi negli approvvigionamenti per gli importatori, ma anche date di consegna incerte per gli esportatori e possibili maggiori costi di trasporto, logistica, nonché maggiori costi legati all’espletamento delle pratiche doganali.
Ma ciò che più conta è che molte PMI italiane, che svolgono regolarmente e senza difficoltà operazioni intra UE in base a meccanismi rodati e consolidati, si troveranno improvvisamente a rivestire la qualifica di esportatori ed importatori, senza avere alcuna esperienza di cosa questo può comportare.
Non manca molto ed è urgente prepararsi:
- Cos’è una dichiarazione doganale?
- Quali certificazioni devono accompagnare la merce?
- Devo dare mandato ad uno spedizioniere?
- Qual è la voce doganale che individua il mio prodotto?
- Esistono restrizioni o divieti?
- Che cosa mi serve per fare un’esportazione?
Bisogna valutare l’impatto della nuova barriera doganale sul nostro business
TradeCube, in collaborazione con AEG Corporation http://www.aeg-corporation.co.uk/, società di consulenza con sede a Londra, può aiutarvi ad affrontare le novità che coinvolgono l’attività con il Regno Unito, non solo per quanto riguarda gli aspetti doganali ed IVA, ma anche relativamente alla mobilità delle persone, alla tutela legale ed alle nuove ed opportune strategie commerciali.