Il modello A1, definito anche PD A1 (Portable Document) è un documento che deve essere richiesto ogni volta che un lavoratore subordinato, parasubordinato o autonomo, compresi i soci e amministratori delle società, si reca in trasferta nei paesi della UE/SEE e Svizzera.
Quando si usa il modello A1?
E’ indispensabile per ogni trasferta, indipendentemente dalla durata e dallo scopo, e deve essere richiesto prima della partenza, perché è l’unico documento che possa attestare che il portatore versi i contributi in Italia e quindi non sia tenuto ad applicare la legislazione dello stato ospitante.
Il certificato A1 viene richiesto tramite il portale digitale dell’INPS e la sede INPS che emette il certificato lo inoltra all’autorità dello stato convenzionato nel quale il lavoratore viene inviato.
5 Febbraio 2021
Certificato utilizzato negli scambi tra Unione Europea e Turchia; certifica che le merci individuate nel modulo sono in libera circolazione, in virtù dell’unione doganale vigente tra Turchia e UE. L’importatore turco avrà quindi un’esenzione daziaria non in virtù di un accordo bilaterale di libero scambio, ma in quanto i beni hanno già assolto i diritti doganali al momento della loro introduzione nel territorio doganale UE.
E’ richiesto per le esportazioni verso la Turchia e non è un certificato di origine preferenziale. Certifica che le merci sono state regolarmente immesse in libera pratica (cioè hanno assolto i diritti doganali) nell’Unione Europea. E’ quindi possibile rilasciarlo se i beni sono stati da noi prodotti ed acquistati, oppure introdotti nella UE con un’importazione definitiva. Fanno eccezione alcuni prodotti agricoli di base ed i prodotti carbo-siderurgici, per i quali la preferenza tariffaria è attribuita in base all’origine, quindi per questi materiali necessità il rilascio del certificato EUR.1
23/11/2020
Una buyer persona, o una customer persona, è la precisa rappresentazione del cliente o dei clienti ideali realizzata unendo ricerche di mercato e dati reali. E’ solitamente creata per esplorare e sfruttare tutte le nicchie del mercato. Si tratta di una rappresentazione più dettagliata rispetto al “target”, e che tiene conto anche dei modelli di comportamento, delle motivazioni e degli obiettivi.
23/11/2020
Il Carnet ATA è un documento doganale internazionale valido per l’esportazione temporanea di merci verso i paesi non facenti parte dell’Unione Europea ed aderenti alla Convenzione ATA, e verso alcuni territori di Stati dell’Unione Europea. Consente di non pagare dazi e IVA alla dogana, purché le merci siano reimportate entro i termini indicati nel carnet.
Rappresenta un’utile alternativa alla normale procedura doganale di esportazione ed importazione temporanea, che semplifica le operazioni di sdoganamento ed esonera l’operatore dall’obbligo di depositare presso la dogana del paese d’importazione una cauzione a fronte dei diritti doganali.
Le merci esportabili con carnet ATA sono, in sintesi e salvo eccezioni: attrezzatura professionale per l’esecuzione di lavori all’estero, campioni commerciali e merci destinate a fiere e mostre e ad altre manifestazioni similari, nonché ad eventi sportivi, culturali, scientifici, ecc.
Non possono essere rilasciati carnet ATA per i prodotti deperibili o di consumo, né per merci destinate a essere oggetto di operazioni di trasformazione o riparazione. Il carnet è valido per 12 mesi dalla data di emissione e può essere richiesto alle Camere di Commercio.
26 novembre 2020
CBA è una sigla che si trova spesso quando si parla di trasferte dei lavoratori oltreconfine. E’ l’acronimo di Collective Bargaining Agreement, vale a dire contratto collettivo di lavoro. Devono essere applicati anche per una trasferta di un solo giorno ed in altri solo per trasferte oltre una certa durata che può variare da paese a paese.
Esistono inoltre i contratti nazionali ed i contratti a livello locale; in alcuni paesi altamente sindacalizzati il contratto collettivo può essere stipulato direttamente tra l’impresa italiana ed il sindacato locale, soprattutto per trasferte che coinvolgono più lavoratori.
Prima dell’invio dei lavoratori in trasferta oltreconfine necessita quindi un’accurata due diligence per determinare l’obbligatorietà e l’impatto dell’applicazione di un CBA sui costi e sull’organizzazione del lavoro.
21/3/2021
E’ una convenzione che si applica alle vendite internazionali di beni mobili. La convenzione, alla quale l’Italia aderisce insieme ad altri 93 stati (dato aggiornato al 05/09/2020), ha lo scopo di definire regole uniformi e di introdurre maggiori elementi di certezza nelle transazioni commerciali internazionali. Qualora ad esempio la Legge applicabile sia quella Italiana, il contratto verrà regolato dalla Convenzione di Vienna, a meno che ciò sia espressamente escluso dalle pattuizioni contrattuali.
5 Febbraio 2021
Con la sigla CMR le imprese che operano con l’estero identificano abitualmente il documento che accompagna le merci all’import-export. La lettera di vettura CMR ha in realtà una funzione che va ben oltre quella del semplice documento di trasporto.
La sigla CMR individua la Convenzione sul contratto di trasporto internazionale (Convention des Marchandises par Route) firmata a Ginevra nel 1956. La Convenzione regola in modo uniforme le condizioni del contratto di trasporto internazionale di merci su strada, soprattutto per quanto riguarda i documenti utilizzati e la responsabilità del vettore.
25 novembre 2020
Entrambi i documenti sono comunemente definiti “bolletta doganale” ma hanno contenuti e funzionalità differenti
Il DAU è la dichiarazione doganale che viene compilata al momento dell’apertura della pratica, con tutte le informazioni sull’esportazione
Il DAE origina dal DAU ed è il documento che accompagna le merci all’esportazione; il DAE, corredato dalla verifica dell’MRN appurato, costituisce la prova dell’esportazione, indispensabile per fatturare in regime di non imponibilità
E’ obbligatorio avere sempre il DAE con relativo MRN di visto uscire, ma è opportuno entrare in possesso anche del DAU, per conoscere e poter verificare con esattezza tutte le informazioni che sono state fornite in sede di dichiarazione doganale.
25 novembre 2020
Convenzione internazionale firmata a Washington nel 1975 e conosciuta anche come “Convenzione di Washington”. L’acronimo significa Convention on International Trade in Endangered Species of wild fauna and flora (Convenzione sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate d’estinzione).
La convenzione ha l’obiettivo di assicurare che il commercio internazionale di animali e piante a rischio d’estinzione, nonché di loro parti e derivati, non minacci la loro sopravvivenza. Sul sito web del Cites è possibile consultare un database di tutte le specie protette (circa 5.800 specie di animali e 30.000 di piante), con tutti i dettagli per la loro corretta individuazione.
25 novembre 2020
Ai sensi della Direttiva UE, avviene quando un datore di lavoro italiano invia temporaneamente i propri dipendenti al di fuori dei nostri confini, per prestarvi servizio, anche per un solo giorno.
25 novembre 2020
Il termine dual use (duplice uso) identifica quei beni e quelle tecnologie che, pur essendo principalmente utilizzati per scopi civili, sono passibili di un utilizzo nella fabbricazione – sviluppo – manutenzione di armi chimiche, biologiche o nucleari.
25 novembre 2020
L’EFTA, European Free Trade Agreement (in italiano Associazione europea di libero scambio) è un’associazione internazionale composta da Svizzera, Norvegia, Liechtenstein e Islanda. L’accordo tra UE ed EFTA fa sì che siano condivise alcune politiche e normative comunitarie.
L’accordo per la nascita dell’istituto è stato stipulato il 3 maggio 1960 e firmato il giorno successivo, comprendendo vari di quegli stati europei che non desideravano o non potevano ancora entrare nella Comunità Economica Europea (poi divenuta Unione Europea). Gli scopi dell’associazione sono stati sin da subito la soppressione delle imposte doganali sull’import-export e la promozione degli scambi commerciali fra gli stati membri.
5 marzo 2021
Il sistema di certificazione EAC interessa la maggior parte dei prodotti e generi di consumo venduti e/o utilizzati nell’Unione Doganale Eurasiatica, che comprende Russia, Bielorussia, Armenia, Kazakistan, Kirghizistan. Il certificato è necessario per dichiarare che il prodotto è conforme alle norme di sicurezza valide nel Paese.
I prodotti soggetti a certificazione obbligatoria sono elencati in ordinanze doganali che vengono aggiornate periodicamente; in linea di massima sono prodotti di consumo o industriali che possono avere influenza sulla sicurezza, la salute e l’igiene delle persone fisiche.
23/11/2020
Il sistema EORI. è un sistema europeo di registrazione ed identificazione degli operatori economici (Economic Operator Registration and Identification). Ogni stato UE ha attribuito agli operatori un codice identificativo, univoco su tutto il territorio dell’unione Europea, che deve essere utilizzato nei rapporti con le varie amministrazioni doganali.
Il codice EORI in Italia è costituito dal codice IT seguito dalla partita IVA. In Italia quindi il codice EORI non deve essere richiesto e l’amministrazione doganale non effettua alcuna comunicazione relativa alla sua attribuzione. Nelle altre nazioni appartenenti all’Unione Europea il codice può essere costruito diversamente. E’ possibile verificare l’autenticità di un codice EORI sulla pagina “Convalida del numero EORI” sul sito dell’unione Europea.
E’ l’acronimo per European Pillar of Social Rights, vale a dire il Pilastro Europeo dei Diritti Sociali. E’ un documento che stabilisce 20 principi fondamentali per un’Europa equa, inclusiva e fonte di opportunità. Lo schema dell’EPSR è diviso in tre macroaree nel campo dell’occupazione e delle politiche sociali: Pari opportunità, Condizioni di lavoro eque, Protezione e inclusione sociale.
Certificato di origine preferenziale che permette a chi importa nei paesi con i quali è stato stipulato un accordo di libero scambio di acquistare beni senza il pagamento di dazi o con il pagamento di dazi in misura ridotta.
05/09/2021
Tra gli Incoterms®, quello relativo alla resa FCA è tra i più diffusi. Esso prevede il passaggio dei costi e dei rischi al compratore nella seguente modalità.
Consegna presso la sede del venditore: merce caricata e sdoganata all’export presso la sede del venditore; i rischi passano quando la merce è caricata
Consegna presso un luogo terzo (anche un porto): merce caricata e sdoganata all’export presso la sede del venditore; trasportata e messa a disposizione non scaricata nel luogo indicato; i rischi passano quando il mezzo di trasporto carico arriva nel punto individuato
La resa FCA e generalmente più appropriata della resa EXW quando si parla di esportazioni, perché prevede l’obbligo, a carico del venditore, dell’effettuazione dell’operazione doganale di export.
12/2/2021
’ una clausola inserita nei contratti internazionali e domestici che esonera le parti da responsabilità per danni dovuti a fatti non prevedibili né controllabili, che rendono l’esecuzione di un contratto impossibile o eccessivamente onerosa, oppure ne ritardano o sospendono l’adempimento.
Le leggi delle varie nazioni non disciplinano in modo uniforme la “forza maggiore”, quindi generalmente, in ambito internazionale ma non solo, le parti prevedono una clausola specifica nelle proprie pattuizioni contrattuali, oppure nelle condizioni generali di acquisto e di vendita.
25 novembre 2020
International Chamber of Commerce
La Camera di Commercio Internazionale rappresenta le aziende di tutto il mondo e promuove politiche per favorire e promuovere gli scambi internazionali. E’ attiva, tra l’altro, nella creazione di regole per il commercio internazionale, tra cui gli Incoterms®,e nella risoluzione delle controversie internazionali. Ha sede a Parigi, ma esiste un Comitato Nazionale Italiano della ICC a Roma.
Institute Cargo Clauses
Sono i formulari di contratto inglesi per l’assicurazione delle merci trasportate, che vengono largamente utilizzati come standard per il trasporto internazionale; la versione da utilizzare è quella del 2009.
I principali formulari sono: ICC (A) – dà la copertura più ampia (all risks), con alcune esclusioni. ICC (B) – delimita la copertura, indicando i “rischi coperti” ed i “rischi esclusi”; ad esempio non copre il furto. ICC (C) – fornisce una copertura minima; ad esempio non copre il furto né i danni da acqua di mare.
25 novembre 2020
Conosciuta anche con le sigle BIT (in francese) e OIL (in italiano) la ILO è l’Organizzazione Internazionale del Lavoro. Nata nel primo dopoguerra, ha l’obiettivo di promuovere la collaborazione tra governi ed organizzazioni sindacali dei lavoratori e delle imprese per promuovere il progresso sociale ed economico.
L’ILO punta ad assicurare la tutela dei diritti dei lavoratori promuovendo un dialogo tra governi, datori di lavoro e lavoratori stessi perché si possano definire regole e standard comuni. L’organizzazione svolge anche attività di supervisione che assicura l’applicazione, da parte delle nazioni interessate, delle convenzioni che vengono ratificate.
Il sito dell’ILO è un’insostituibile fonte di informazioni utile anche alle imprese che inviano i lavoratori in trasferta all’estero: oltre alle pubblicazioni che vengono periodicamente messe a disposizione è possibile accedere gratuitamente alla banca dati che mette a disposizione la normativa in materia di lavoro di oltre 190 nazioni.
Da sottolineare che nel mese di maggio 2020 è stata pubblicata una raccolta di FAQ relativa alle linee guida di ILO in materia di Covid-19.
Sono i termini commerciali approvati dalla ICC (Camera di Commercio Internazionale) che individuano le responsabilità, le spese ed i rischi connessi alla consegna della merce nelle compravendite internazionali.
Non sono semplici termini di trasporto (come sono i desueti «porto franco» o «porto assegnato», che raccomandiamo di non utilizzare), ma sottintendono pattuizioni complesse. Sono facoltativi e la loro efficacia è subordinata alla loro indicazione precisa nel contratto
INCOTERM + LUOGO CONVENUTO + INCOTERMS 2020
L’indicazione corretta della sigla (internazionalmente riconosciuta) individua con precisione una lunga serie di obblighi e la loro ripartizione tra venditore e compratore, relativi a consegna, trasferimento dei rischi, trasporto, assicurazione, documenti di trasporto, operazioni doganali, verifica, imballo, etichettatura, distribuzione dei costi.
23/11/2020
Fondata dal Consiglio per la stabilità finanziaria nel giugno del 2014, la Global Legal Entity Identifier Foundation (GLEIF) ha il compito di favorire l’implementazione e l’utilizzo degli Identificativi della persona giuridica (LEI).
Cos’è quindi il codice LEI?
La fondazione agisce mediante il sostegno e sotto la supervisione del Comitato di supervisione regolamentare dei codici LEI, rappresentante le autorità pubbliche di tutto il mondo che hanno deciso di unire le forze e promuovere congiuntamente una maggiore trasparenza nei mercati finanziari globali.
Il Codice LEI (Legal Entity Identifier) è un codice univoco di 20 caratteri alfanumerici basato sullo standard internazionale ISO 17442, attribuito per identificare le controparti di operazioni finanziarie al livello globale in tutti i mercati e sistemi giuridici.
All’atto di assegnazione del codice LEI, mediante i servizi messi a disposizione dalla GLEIF, vengono effettuati i relativi controlli per garantire al livello globale l’univocità del codice rilasciato.
E’ possibile richiedere online l’attivazione di un codice LEI utilizzando le seguenti modalità di pagamento: Carta di Credito, Bollettino MAV.
Per richiedere un codice LEI utilizza in alternativa una CNS, uno SPID o un dispositivo di firma digitale. Nel caso di SPID e CNS non è più necessaria la firma digitale
21 maggio 2021
Gli ordini quadro anticipano un programma di forniture sul lungo periodo con vantaggi sia per il cliente che per il fornitore.
Nella nostra indagine sulla fidelizzazione del cliente internazionale possiamo anche identificare metodi che riguardano le tipologie di contratti. Un esempio è quello dato dagli ordini quadro, che permettono al cliente e al fornitore di anticipare le necessità di un periodo di tempo medio-lungo tramite un programma anticipato di forniture e di date di consegna.
Il contratto quadro per andare incontro al cliente che ordina
Da un lato, ciò può permettere al cliente di ridurre al minimo il magazzino, con tutti i benefici che questo comporta, sia in termini contabili e di programmazione che puramente di spazio impiegato. Dall’altro, consentono al fornitore di ottimizzare la produzione, realizzandola nei momenti migliori, quando ad esempio i macchinari sono fermi, ed evitare il sovrapporsi di ordini.
Anche gli ordini e i contratti quadro presentano delle incognite, come ad esempio quelle che riguardano l’incertezza dei costi dell’energia, e eventualità di offrire questa opportunità va valutata attentamente per evitare che la situazione possa sfuggire di mano nel corso dell’ordine.
30 marzo 2023
Un OEM (Original Equipment Manufacturer) è un’impresa che realizza componenti, o insiemi di componenti, o ancora software o parti di esso per essere integrati in prodotti di un’altra azienda e venduti direttamente da quest’ultima con in proprio brand. L’esempio classico, sono i componenti presenti nei PC che vengono poi venduti dalle case produttrici. Il produttore del computer raramente produce tutti i componenti, ma ne acquista molti su base OEM da altre società che possono vendere anche ad altri clienti o direttamente sul mercato.
Quali sono le scelte possibili in termini di OEM e ODM?
Un altro esempio classico è quello delle automobili. Le case automobilistiche montano sulle proprie vetture componenti prodotti da fornitori esterni. In quest’ultimo caso, esistono costruttori (in particolare quelli “tradizionali”) che si approvvigionano massicciamente all’esterno, e anzi hanno, nel corso degli anni, esternalizzato molte produzioni. Tale metodo fa da contraltare a quello di nuove realtà (ad esempio Tesla) che per ottimizzare costi e processi tende a portare “in casa” la produzione di più componenti, che prendono il nome di ODM(original design manufacturer).
La scelta del giusto bilanciamento produttivo è critica per tutte le imprese, in particolare per quelle che mirano ad espandersi all’estero.
21 maggio 2021
Nel trasporto internazionale significa che le merci sono state correttamente imbarcate a bordo della nave o del velivolo; tale dicitura è generalmente richiesta nelle operazioni di credito documentario
25 novembre 2020
L’acronimo PMI individua le Piccole e Medie Imprese (definite anche come MPMI: Micro, Piccole e Medie Imprese). Sapere se la nostra impresa è una PMI è fondamentale, ad esempio, per l’accesso alla finanza agevolata, anche in tema di internazionalizzazione. Buona parte dei fondi, finanziamenti, bandi ed agevolazioni, a livello regionale, nazionale ed europeo è riservata alle PMI.
La definizione di PMI è europea, ma ogni nazione utilizza un acronimo basato sulla sua lingua: ad esempio in inglese la PMI è una SME (SMEs al plurale); è una PME in francese e portoghese, mentre in spagnolo è una PYME; KMU in tedesco, MKB in olandese e MSP in Croato.
25 novembre 2020
Le imprese che inviano i propri dipendenti in trasferta nell’Unione Europea si trovano a svolgere numerosi adempimenti in osservanza delle Direttive UE e del loro recepimento nell’ordinamento dei vari stati membri.
Che cos’è la PWN e cosa occorre fare per le trasferte all’estero?
Tra questi ricorre spesso la sigla PWN, che significa Posted Workers Notification, vale a dire la comunicazione obbligatoria che deve essere presentata, prima della trasferta, agli enti locali competenti.
La PWN è necessaria in tutte le nazioni UE, SEE e Svizzera perché gli enti preposti possano essere a conoscenza del distacco e porre in essere le opportune verifiche. La PWN non esaurisce gli obblighi legati alle trasferte
10 settembre 2021
La TEAM (Tessera Europea Assicurazione Malattia), detta anche EHIC (European Health Insurance Card), non è altro che la nostra tessera sanitaria. E’ valida in tutte la nazioni UE ed EFTA (Svizzera, Liechtenstein, Norvegia, Islanda), con alcune attenzioni: la TEAM infatti garantisce l’assistenza sanitaria pubblica alle condizioni previste per i cittadini dello stato convenzionato.
25 novembre 2020
Il VIES (VAT information exchange system) il sistema europeo di scambio di informazioni in materia di IVA. Il sistema consente di verificare la validità di un numero di partita IVA rilasciato da uno Stato membro. È sufficiente inserire, tramite l’apposito portale sul sito dell’Unione Europea, la partita IVA che si desidera verificare e scegliere dall’apposito menu lo Stato membro che l’ha attribuita.
La verifica della validità della partita IVA tramite il sistema VIES è condizione necessaria per emettere fatture per operazioni intracomunitarie, non assoggettate ad IVA in Italia.
La verifica è effettuata a partire dalla base di dati IVA nazionale dello Stato membro selezionato, poiché non esistono basi di dati IVA a livello comunitario: in caso di errori o anomalie la rettifica può essere effettuata solo rivolgendosi all’amministrazione fiscale della nazione interessata.
Quando si effettua un’interrogazione i dati che vengono restituiti dal sistema possono essere diversi in funzione delle normative vigenti nei singoli stati: se chiediamo di verificare una partita IVA italiana compariranno la ragione sociale e l’indirizzo del soggetto; in altre nazioni questi dati sono protetti da privacy e quindi otterremo solo l’informazione di “partita IVA valida/non valida”.
Non è possibile effettuare un’interrogazione in base al nome o ai dati anagrafici per conoscere la partita IVA, che in alcune nazioni è un dato riservato. In Italia il numero di partita IVA è pubblico e conoscibile: è riportato sulle visure camerali e deve essere indicato sulla home page del sito web.
25 novembre 2020
WTO World Trade Organisation – OMC Organizzazione Mondiale del Commercio: il suo principale obiettivo è promuovere il commercio internazionale favorendo tavoli di trattativa per gli accordi di libero scambio, risolvendo i conflitti economici tra gli stati membri e supportando le nazioni in via di sviluppo.
Nell’ultimo dopoguerra è diventato evidente che un’economia mondiale aperta richiede un sistema di regole di base per gli operatori economici e i governi per consentire ai mercati internazionali di funzionare correttamente e poter vendere e acquistare prodotti attraverso i confini nazionali. Ciò ha dato origine alla Fondazione del GATT, sostituito nel 1995 dal WTO, al fine di di coordinare le politiche commerciali nazionali e di ridurre l’incertezza.
La sede del WTO è in Svizzera, a Ginevra, ed ha attualmente 164 membri, che coprono il 98% dei traffici commerciali internazionali.
Il WTO si pone come obiettivo principale la progressiva liberalizzazione del commercio mondiale, da perseguire con lo strumento della negoziazione di accordi commerciali tra i governi dei Paesi membri.
Il coordinamento delle politiche commerciali dei paesi avviene grazie al ruolo del WTO come forum di negoziazione; una ulteriore funzione del WTO è quella di aiutare a risolvere le controversie che possono nascere tra i paesi, dal momento che le relazioni commerciali spesso implicano interessi contrastanti, sebbene avvengano a vantaggio di tutte le parti coinvolte.
Il sistema degli accordi del WTO e l’insieme di regole che li costituisce si basano su alcuni principi generali: non discriminazione, liberalizzazione graduale degli scambi, trasparenza e prevedibilità.
25 novembre 2020