Il problema – italiano ma non solo – della scarsa conoscenza delle lingue, in particolare dell’inglese, è conosciuto per essere particolarmente complicato. Per questo motivo, è già stato oggetto di riflessione su queste pagine in molteplici contenuti:
https://www.tradecube.it/i-confini-della-lingua-limitano-crescita-e-competitivita/
https://www.tradecube.it/pmi-la-lingua-inglese-e-la-competitivita-a-rischio/
https://www.tradecube.it/la-formazione-a-distanza-in-tema-di-lingue-oggi-e-domani/
Quali sono gli effetti pratici delle barriere linguistiche per il lavoratore in trasferta?
Ci siamo mai messi nei panni del lavoratore italiano in un paese straniero o, ancora peggio, di un lavoratore straniero in trasferta in Italia?
La lingua e la sicurezza sul lavoro – I rischi
I lavoratori in trasferta all’estero sono tecnici che operano direttamente all’interno della struttura ospitante, che può essere una fabbrica di prodotti chimici, una struttura militare, un ospedale, un cantiere edile, un’infrastruttura, ecc.
È di tutta evidenza che in molti casi è necessario integrare la formazione ricevuta in Italia in materia di sicurezza:
- Con corsi specifici, tenuti direttamente dal team H&S dell’azienda ospitante
- Con corsi previsti dalla Legge locale, che può prevedere percorsi più lunghi e approfonditi dei nostri, tenuti da enti o consulenti locali
Se i corsi non sono tenuti in italiano, cosa che certamente non è la regola, i lavoratori italiani in trasferta probabilmente non saranno in grado di comprendere bene tutti i contenuti.
In Italia arrivano lavoratori in trasferta da molte nazioni, ma non pensiamo ci siano molte aziende in grado di istruire i lavoratori in polacco o bosniaco… E quante sono quelle in grado di istruirli perfettamente in inglese?
È vero che le informazioni essenziali vengono date con l’utilizzo di strumenti multimediali, ma la realtà non è uno standard e quindi anche l’impossibilità o la difficoltà di chiedere un’informazione o segnalare un problema può portare a gravi conseguenze.
Non ci fermiamo qui, perché il lavoratore in trasferta lavora a contatto con i dipendenti dell’azienda ospitante o di altre aziende presenti sul cantiere. L’incomprensione della lingua non permette di comprendere comunicazioni di attenzione, avvertimento o allerta da parte degli altri lavoratori, e viceversa.
Il noto “timore” – in particolare degli italiani – di chiedere spiegazioni, chiarimenti, e comunque di interagire quando conosce poco la lingua non fa che amplificare i rischi.
Quali sono le responsabilità se accade un incidente o un infortunio sul lavoro che coinvolge un lavoratore in trasferta che non è stato istruito in un modo che fosse per lui perfettamente comprensibile?
Non serve avere superato un esame a Oxford
Molte imprese non avviano una formazione linguistica per i dipendenti perché è opinione diffusa che imparare una lingua sia un percorso lungo e costoso, che può dare risultati solo a lungo termine.
Questa convinzione le porta spesso a chiudere l’argomento senza nemmeno esplorare le possibilità. Ma con le scelte giuste i risultati possono essere ottenuti in breve tempo.
Il nostro partner Languages at Work è in grado di creare percorsi su misura per le esigenze delle aziende, con l’obiettivo di mettere i lavoratori nelle condizioni di interagire sui temi specifici che riguardano l’attività da svolgere, in breve tempo e con un team di esperti madrelingua. Vengono analizzati i singoli bisogni di apprendimento al fine di creare un programma di training personalizzato, in presenza o a distanza, che unisce diverse metodologie di studio, snelle e creative.