Nello svolgimento della nostra attività, spesso riceviamo richieste di preventivo per corsi di formazione dettate da necessità e situazioni estremamente specifiche. A volte le richieste riguardano problematiche già venute alla luce, che ormai richiedono consulenze d’alto livello.
Si tratta di una conseguenza della sottovalutazione di adempimenti e possibili problematiche legate all’internazionalizzazione che a volte abbiamo riscontrato. Purtroppo, la formazione non è una bacchetta magica che risolve ogni situazione e in tutti i casi. A maggior ragione quando le criticità sono “esplose”. A peggiorare la situazione, il fatto che le informazioni a disposizione del nostro interlocutore siano poche e non chiare, cosa che porta ad ulteriori complicazioni.
Formazione e consulenza sono due cose diverse per momento, contenuto, e finalità. La formazione è necessariamente preventiva. Dona una cornice per la pianificazione successiva.
La consulenza può avvenire in ogni fase.
La formazione trasmette concetti generali coi quali si può valutare come risolvere specificità. La consulenza è specifica. Richiede l’expertise acquisita direttamente sul campo, unita alla comprensione della singola realtà aziendale.
La formazione serve a dare gli strumenti per affrontare un processo. A condividere nozioni che il ricevente può utilizzare per identificare le situazioni e trovare soluzioni. La consulenza trova la soluzione. In altre parole, quando ci viene chiesto un corso su: “Come sdoganare un container di materiale inviato col codice errato in Turkmenistan” non ci viene chiesta formazione, ma consulenza.
Grazie alla formazione possiamo preparare gli operatori ad individuare gli obblighi e le criticità prima che queste si trasformino in emergenze. E grazie alla consulenza possiamo, in fase preventiva, preparare e fornire pareri su situazioni specifiche, in fase successiva entrare nel merito di singole questioni che richiedono know-how specifico.