In Italia l’espressione “viaggio d’affari” è poco utilizzata. Nel linguaggio comune siamo abituati a dire che andiamo all’estero per lavoro. Utilizziamo questa espressione se partecipiamo a una fiera, se dobbiamo discutere un contratto, fare un sopralluogo, installare un macchinario industriale o posare una cucina. Eppure, quando attraversiamo i nostri confini, la differenza tra business e work è determinante.
Viaggio d’affari o viaggio di lavoro? La differenza tra business e work…
Quando parliamo ad esempio di immigrazione, cioè di visti per fare ingresso nei Paesi extra-UE. In molti casi lo svolgimento dell’attività di “business” prevede un’esenzione da visto per i cittadini UE, o la necessità di un visto più “leggero” e semplice da ottenere.
Un altro ambito importante è quello delle trasferte all’interno dell’Unione Europea. Sappiamo che esse sono collegate a una serie di adempimenti articolati, che possiamo riassumere nei seguenti punti:
- Individuazione Contratto collettivo, norme di legge applicabili e documenti obbligatori da conservare;
- Individuazione e parametrazione retribuzione lavoratori;
- Letter of Assignment;
- Notifiche, comunicazioni e certificazioni ove obbligatorie.
A seconda della normativa vigente nella nazione ospitante, i viaggi “business” possono essere esonerati in tutto o in parte da questi adempimenti.
Qual è la definizione di “business” ai fini dell’immigrazione?
Non esiste una definizione univoca. Esistono solo le regole previste dagli ordinamenti dei singoli Stati. Generalmente i visti “business” consentono di svolgere attività commerciale, partecipazione a fiere (ma solo se non si vendono prodotti), meeting, conferenze o eventi di formazione (ma solo per chi la riceve), e altre attività che esulano dalla prestazione di servizi. In molti casi, e a determinate condizioni, il visto “business” consente di svolgere le tipiche operazioni post-vendita, quali, ad esempio, l’installazione, la messa in funzione e l’assistenza su impianti e macchinari forniti dall’impresa.
Se non si soddisfano tutti i requisiti sarà necessario richiedere un visto di lavoro, con oneri, costi e tempi che questo può comportare. Teniamo presente che, a prescindere dall’ottenimento del visto, la polizia di frontiera può negare a qualsiasi persona l’ingresso nel Paese, anche se con tutte le carte in regola.
Che cosa è “business” se parliamo di trasferte in ambito UE/SEE/Svizzera?
Non esiste una norma europea che definisce queste attività. Per comprendere quindi se siamo soggetti a tutti gli adempimenti è necessario consultare le norme di legge locali.
In linea di principio ogni trasferta è a tutti gli effetti un distacco transnazionale soggetto alla Direttiva, in quanto il lavoratore si trova sul posto per svolgere un’attività lavorativa adempiendo agli obblighi previsti dal suo contratto di lavoro. Sia il lavoratore che monta la cucina che quello che effettua visite di cortesia ai clienti lo fa per ragioni di servizio, mentre è pagato e a disposizione del datore di lavoro.
Si rende necessario quindi verificare se il “business trip” rientra nelle esenzioni e a quali condizioni, a seconda del caso specifico e del Paese di destinazione.
Ad esempio, chi viene in Italia è soggetto agli obblighi solo se presta un servizio. La prassi svizzera definisce molto bene che cosa sia un viaggio d’affari e che cosa no, con tanto di esemplificazioni. Altri Paesi, come la Germania, prevedono delle esenzioni in base al numero dei giorni. Difficilmente troviamo una definizione chiara e spesso dobbiamo rifarci agli esempi citati dalle fonti ufficiali, che in genere non esauriscono tutte le casistiche alle quali possiamo andare incontro.
In conclusione:
Step 1 – Verificare se la normativa prevede delle esenzioni per “business trip”
Step 2 – Verificare se il caso di nostro interesse rientra nella definizione di “business trip”
Step 3 – Verificare quali sono le esenzioni previste dalla norma. Qualificare la trasferta come “business” prevede, comunque, in diversi casi, l’effettuazione di parte degli adempimenti.
TradeCube vi può aiutare
Grazie al nostro team di esperti internazionali, possiamo redigere pareri personalizzati relativamente alle esenzioni vigenti nella UE e alla loro applicazione pratica. Con il nostro servizio di scouting, inoltre, possiamo presentarvi al professionista più adatto ad accompagnarvi oltre i confini dell’Unione europea.