Dopo avere trattato gli aspetti formali e gli aspetti retributivi che riguardano le trasferte internazionali nella UE, nella SEE e in Svizzera, nella terza puntata affrontiamo una serie di domande e risposte relative a un tema molto delicato.
Si parla di subappalti e prestazioni di manodopera, che sono un tema “caldo” in molti paesi e sono soggetti a controlli sia da parte degli enti previdenziali che delle autorità fiscali.
C’è anche un paragrafo dedicato alle varie ed eventuali. Naturalmente è impossibile citarle tutte, ma abbiamo scelto le più interessanti.
Trasferte in UE, SEE e Svizzera – Somministrazione e subappalto
Ma posso mandare in trasferta il lavoratore dell’agenzia?
E’ da verificare. In Svizzera ad esempio proprio no, il lavoratore deve essere distaccato dal datore di lavoro. Nella UE sì, ma l’Agenzia si deve generalmente registrare presso il locale Ministero del Lavoro o ente di controllo, in alcuni casi anche a livello provinciale. Il che può essere una pratica relativamente semplice (che ha comunque un costo) oppure un vero incubo burocratico, con costi e tempi imprevedibili
Ma invece posso mandare un posatore o installatore esterno?
Se il subappalto è genuino (quindi con assunzione di responsabilità e direzione dei dipendenti da parte del subappaltatore) generalmente sì, salvo limiti imposti nella filiera dell’appalto, come accade anche per i nostri appalti pubblici.
Subappaltare implica delle corresponsabilità e una duplicazione degli adempimenti amministrativi. L’impresa subappaltante deve porre in essere delle procedure di verifica per accertare la compliance in capo al subappaltatore.
Il prestito di manodopera, vietato in Italia se non effettuato dalle agenzie di somministrazione, può essere ammesso a particolari condizioni o tollerato solo in alcuni dei paesi dell’Unione Europea. In generale è vietato se non effettuato nel rispetto delle regole specifiche del paese ospitante e presuppone il rispetto assoluto delle condizioni di lavoro locali.
Che cosa intendi per persone chiave del cliente? Chi sono?
Tutte quelle che ci possono dare le informazioni che servono. La prima e migliore fonte d’informazione è il cliente, che ci deve comunicare per iscritto la sua partita IVA e i numeri di iscrizione ai registri locali, il codice Nace (Ateco), ma anche le norme di sicurezza applicabili all’interno della sua struttura o il Contratto collettivo applicato.
Non sempre l’ufficio acquisti o il project management sono in possesso di tutte le informazioni necessarie. E’ indispensabile un lavoro in team.
Perché mi chiedi la nazionalità dei dipendenti?
Spesso le aziende, quando pianificano la trasferta, ancora non sanno quali dipendenti verranno inviati oltreconfine.
E’ bene sapere in anticipo che l’invio in trasferta di lavoratori di nazionalità non UE, anche in possesso di regolare permesso di lavoro nella UE, può essere soggetto a limitazioni, a comunicazioni e/o a richiesta di particolari permessi.
Non tutti i paesi che hanno sottoscritto la convenzione A1, ad esempio, l’hanno estesa ai lavoratori non UE e quindi ci si potrebbe trovare a dover pagare dei contributi nel paese ospitante.
Perché è così importante la durata della trasferta?
Perché in relazione alla durata possono sorgere vari obblighi aggiuntivi, quali, solo a titolo esemplificativo:
- Dichiarazione di residenza nel comune di soggiorno
- Permesso o visto
- Tassazione dei compensi percepiti dal lavoratore nel paese ospitante
- Obbligo istituzione di stabile organizzazione o assoggettamento alle imposte corporate
Il core business di TradeCube è accompagnare le aziende nelle trasferte brevi, normalmente contenute nei 30 giorni, con un servizio veloce ed efficiente. Ci occupiamo anche delle trasferte di maggiore durata, ma queste richiedono tempi più lunghi di studio e preparazione.