Abbiamo già parlato di imballaggi. Di quali considerazioni sono necessarie per una loro efficiente gestione dal punto di vista della compliance internazionale, e di quali accortezze bisogna utilizzare dal punto di vista commerciale, per soddisfare le aspettative del cliente e non incontrare gravi problemi logistici e conseguenti ripercussioni sui rapporti.
C’è però un altro lato da analizzare, che è quello dell’efficienza nel trasporto, e come gli altri aspetti che abbiamo trattato, coinvolge l’impresa a molteplici livelli. L’imballaggio, in particolare su certe tipologie di beni, ha costi rilevanti rispetto ai beni trasportati. Ma il costo fisico dell’imballo non è l’unico, in quanto si riflette sulla spedizione. Occorre quindi ridurre il materiale utilizzato, ma anche lo spazio occupato: il volume è sinonimo di costo.
Se la logistica… cuba è meglio!
Esistono beni che è particolarmente dispendioso trasportare, proprio per motivi di forma. Ad esempio i tubi, che sono inefficienti per natura. Per questo, per quanto possibile si cerca di trovare fornitori sul luogo anche in contesti di internazionalizzazione. In generale, la situazione ottimale è quella… più cubica possibile, e permette di minimizzare gli spazi morti. E’ importante studiare sia l’imballaggio, sia il packaging vero e proprio del prodotto, con un occhio all’ottimizzazione. Se vuole vendere all’estero impresa deve fare una seria valutazione in questo senso. Scegliere un prodotto che cuba più di un altro può far risparmiare. L’altro lato della bilancia è ovviamente rappresentato dall’appeal del prodotto e dalla sua identità.
Bilanciare le esigenze commerciali con la redditività
Possiamo scegliere di vendere all’estero un prodotto di forma inefficiente e irregolare perché siamo fiduciosi che la sua unicità sia un’arma vincente, o porti valore al nostro brand. Ma dobbiamo essere consapevoli che ciò potrebbe avere risvolti antieconomici che si “mangiano” il margine. Il commerciale deve lavorare insieme al comparto finanziario e alle spedizioni, per identificare il prodotto che possa generare il ritorno sull’investimento desiderato.
La progettazione può fare la differenza
Ma anche la progettazione e lo sviluppo non sono immuni a questo tema. Ci sono scelte a livello di progettazione che possono influire pesantemente sulla fase del trasporto: un prodotto dalla forma unica può avere grandi attrattive commerciali, ma risultare enormemente costoso da spedire perché impossibile da “far cubare”. L’obiettivo non deve ovviamente essere quello di produrre prodotti dalle forme regolari e anonime. Ma di mettere in atto tutti gli accorgimenti, anche di dettaglio, per ottimizzare stoccaggio e nel trasporto. Questa è tra l’altro la vera definizione di design. Non forma a tutti i costi, ma anche funzionalità. Miglioramenti molto piccoli, moltiplicati per grandi quantità o spedizioni possono fare la differenza.
Attenzione alle risorse umane
Queste realizzazioni stanno anche modificando il mondo del lavoro. Una volta, il ruolo del magazziniere era tra i più “base” che si potessero immaginare, un ruolo non particolarmente qualificato. Oggi, con la logistica e i trasporti che fanno la parte del leone, è nata una nuova generazione di magazzinieri qualificati, specializzati nella gestione degli spazi e dei materiali e il cui impiego consente corposi vantaggi pratici ed economici. Quindi, anche l’aspetto delle risorse umane non è immune a questo tipo di ragionamenti. La formazione, come in tante aree, è fondamentale, sia per chi inizia la propria vita lavorativa, sia a maggior ragione per chi già conosce le basi del mestiere.
Come diciamo spesso, le imprese che si limitano a “fare il loro” senza affrontare un discorso di consapevolezza, e senza impostare un progetto di internazionalizzazione globale a molteplici livelli, rischiano di essere meno efficienti, e anche se possono contare su un prodotto che si “vende da solo”, si espongono a notevoli pericoli con il passare del tempo e dei cicli economico/produttivi. Non è escluso che le cose vadano bene da sole, ma occorre sicuramente prepararsi in caso ciò non succeda.