Salvo drammatici cambiamenti nell’evoluzione della pandemia, si avvicina il momento in cui potremo inviare i lavoratori oltreconfine per effettuare manutenzioni a lungo rinviate, installazioni di impianti o addirittura riprendere progetti abbandonati in fretta e furia all’inizio dello stato di emergenza.
Ma quali saranno i costi?
Sappiamo che le trasferte all’estero comportano delle spese vive di notevole entità: vitto e alloggio, viaggio, spostamenti a vario titolo sono un capitolo importante nella formazione del costo e, di conseguenza, del prezzo da applicare al cliente.
Ci sono però alcuni elementi, vecchi e nuovi, che spesso gli imprenditori non considerano, per trovarsi poi ad affrontare costi imprevisti o, peggio, a registrare perdite a consuntivo
Il costo del viaggio
Come sarà il dopo Covid? Un terremoto di magnitudo inaudita ha scosso il mondo del trasporto di passeggeri. Per molto tempo gli aerei dovranno volare semivuoti: come saranno le tariffe? Molte compagnie aeree sono sull’orlo del default, sopravviveranno? Come sarà l’offerta di servizi? Non sappiamo quanto durerà l’emergenza e quando e se si potrà tornare a viaggiare normalmente. Ma anche se ciò avvenisse presto ci troveremmo di fronte a nuove condizioni di mercato e nuove logiche tariffarie attualmente imprevedibili. La necessità del distanziamento sociale potrebbe comportare scelte più onerose anche per quanto riguarda gli spostamenti sul posto.
Anche per i viaggi a breve raggio che vengono effettuati con i mezzi aziendali occorrerà prevedere maggiori costi, in quanto la presenza su auto, furgoni e pullmini dovrà essere rarefatta come da protocollo in vigore. Ciò potrebbe richiedere l’utilizzo di due veicoli anziché uno o dell’auto personale di uno o più dipendenti, con sensibile aggravio di costi.
Il costo del vitto ed alloggio
Come verrà interpretato il distanziamento sociale dai governi dei paesi di destinazione? Ricordiamo che il dipendente in viaggio deve avere tutte le tutele previste in Italia, oltre a quelle previste nella nazione ospitante. Ciò potrebbe richiedere una scelta molto attenta delle strutture ricettive e la necessità di orientarsi su strutture maggiormente sicure, esclusive e costose. Lo stesso vale naturalmente per il vitto e per le eventuali attività ricreative che possono essere previste nel corso di una trasferta. Il tutto relativamente al paese di destinazione ma anche alle soste ed ai trasferimenti intermedi.
Il costo della sicurezza
Al rispetto delle norme vigenti in Italia (D.Lgs 81/2008) si deve affiancare sempre il rispetto delle norme locali. Il costo della sicurezza applicato in Italia doveva quindi essere considerato in misura maggiorata, in funzione degli obblighi del paese ospitante (maggiore formazione, necessità di DPI o attrezzature particolari, protocolli sanitari particolari, ecc.).
Non dobbiamo trascurare la salute e sicurezza intesa anche come pace sociale, ordine pubblico, tutela dell’incolumità e della proprietà, oltre che con riferimento al clima, all’alimentazione e alle malattie endemiche (non esiste solo il Covid…)
A tutto ciò si aggiunge il Covid: in questo momento in Italia abbiamo protocolli nazionali, regionali e di categoria, sotto forma di decreto, ordinanza, accordi tra le parti sociali, accordi aziendali ed altro ancora. All’estero la situazione non è molto differente: anche in questo caso l’impresa dovrà rispettare il protocollo nazionale ed aziendale con riferimento al paese ed alla struttura ospitante, oltre che quello italiano.
Dovrà inoltre pretendere ulteriori misure dall’azienda ospitante qualora non ritenga sufficienti quelle in essere ed istruire adeguatamente il lavoratore.
Questo è solo il primo di una serie di quattro articoli che traghetteranno le imprese dal lockdown alla ripresa dell’attività oltreconfine… seguiteci!