Stato patrimoniale o conto economico? La differenza per chi conosce un minimo di contabilità è chiara. Tanto chiara che forse può essere usata per spiegare loro come funzionano i social network e i media digitali. E’ un paragone azzardato, quello che facciamo in questa sede, ma che forse può aiutare chi non ha piena coscienza del mondo social della “civiltà 2.0”.
La vostra homepage, o il profilo della vostra pagina social, sono una fotografia dell’attività della vostra azienda, un po’ come uno lo stato patrimoniale. Una serie di elementi “fermi” in un determinato momento. Certo, a differenza di un vero stato patrimoniale, in questo caso abbiamo la possibilità di evolverla, personalizzarla, renderla più bella e rispondente a ciò che noi vorremmo. Rappresentativa dell’idea che abbiamo della nostra azienda, anche se la realtà è differente. Se lo facessimo con lo stato patrimoniale vero, probabilmente rischieremmo di essere accusati di falso. Meglio evitare. Comunque, il senso è quello.
E’ anche questione di flussi
Indipendentemente da tutto però, per avere una realistica immagine di un’azienda, non si può prescindere dal conto economico, che è una rappresentazione di flussi. Trasportata in ottica social e web, il conto economico sono tutti quei contesti in cui i contenuti che pubblicate vengono aggregati con quelli altrui, componendo un flusso di informazioni. Per il web, ad esempio, pensiamo alla pagina dei risultati di Google. Per i social, alla home in cui gli algoritmi basati sull’interazione propongono i contenuti.
In questi contesti, i contenuti sono dinamici, con un punto d’inizio e di fine (in particolare sui social) con un’interazione tra vari elementi e che si raffrontano con una concorrenza.
Perché la mia azienda, nonostante abbia un bel sito (stato patrimoniale) non è ben posizionata, e nessuno la considera? Perché i miei contenuti, nonostante il mio profilo sia piacevole e curato, non raggiungono i destinatari? Forse perché sono stati curati come se fossero “congelati“, un’immagine avulsa dal contesto, fine a se stessa, senza considerare l’interazione con altri sistemi e con le persone. Una visione dinamica e d’insieme, quando si parla di comunicazione digitale, è fondamentale.
