YouTube, vale la pena esserci senza convinzione?

Sfruttate tutti i canali che il web vi propone. Questo è un consiglio che spesso si sente quando si parla di digital marketing ad aziende che non sono ben posizionate su internet o sui social network in generale. A volte però passa il messaggio che basti aprire un canale YouTube, una pagina Facebook o un profilo Instagram per avere immediato successo. Come ormai quasi tutti sanno, non è così. Bisogna analizzare: vale la pena esserci senza profitto?

In particolare per YouTube, la situazione è ben diversa. Si tratta di una piattaforma che, per essere redditizia, richiede un impegno costante, oneroso in termini di tempo e produzione. Inoltre, YouTube è particolarmente punitivo qualora l’azienda sia presente con scarso risultato. 

Facebook e Instagram promuovono i contenuti in maniera “fluida”

I post fatti su Instagram o Facebook raggiungono l’utente finale principalmente in un feed. Ovvero l’utente target, nella stragrande maggioranza dei casi, interagisce coi post che vede in “push” sulla sua home. Non va sulla homepage di un’azienda a cercare e spulciare i contenuti. Gli vengono proposti da un algoritmo e lui, utente, giudicherà quindi se sono interessanti. L’algoritmo gliene mostrerà di più. Più difficilmente, a meno che non sia stato davvero “catturato” dal contenuto, andrà a valutare il profilo. Anche in quel caso, non valuterà sicuramente l’azienda dal numero dei suoi “mi piace”, anche perché ormai non sono particolarmente visibili.

YouTube senza successo può essere “punitivo” per l’immagine

Su YouTube è diverso. Anche lì c’è un sistema di “feed” in cui agli utenti vengono mostrati video che si suppone gli interessino. Però ogni video porta con sé un contatore ben visibile di quante visualizzazioni ha ricevuto. Inoltre, è molto più facile che un utente capiti sulla home page di un canale, e gli verrà mostrato in bella vista quanti iscritti al canale ci sono, e quante visualizzazioni ha ogni video.

Non c’è niente di peggio, oltre che di mostrare al mondo dei video non all’altezza, di mostrare un canale con 10 iscritti e in cui ogni video ha 20 visualizzazioni. Per fare funzionare un canale occorre:

  • caricare buoni video in termini qualitativi
  • caricarli con costanza e regolarità
  • avere una discreta varietà
  • corredare i video con testi di alta qualità

A quel punto – forse – l’algoritmo promuoverà il contenuto. E, se i contenuti video saranno interessanti (che rimane l’aspetto chiave), il pubblico potrà premiare il canale con un buon successo numerico. Per ottenere successo, occorrono impegno e pianificazione. Sono lontani i tempi in cui i fenomeni della rete venivano inspiegabilmente promossi con migliaia di visualizzazione senza un vero perché. Gli algoritmi si sono evoluti, non si fanno più “fregare”.

In sostanza, non sempre “esserci” è la migliore soluzione. Anzi, se non c’è un investimento promozionale, ma soprattutto di tempo e produzione, in particolare su YouTube, è meglio una dignitosa assenza che una presenza macchiettistica.

Disclaimer: The content of this article is intended to provide a general guide to the subject matter. Specialist advice should be sought about your specific circumstances. Il contenuto di questo articolo ha lo scopo di offrire informazioni orientative alle imprese. Vi invitiamo a chiedere una consulenza specialistica relativamente alla Vostra situazione specifica.

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